Andrea Ariano

Seminario del Prof. Saggio

Due progetti — 3 febbraio 2020
Lloyd’s of London, Richard Rogers — 2 febbraio 2020

Lloyd’s of London, Richard Rogers

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Date: 1978-1986, Client: Lloyd’s of London,  Location: London, UK,                                    Construction Cost: £ 75,000,000, Height: 84m, Site Area: 5,700 m²

Ho scelto come progetto in quanto ricerca l’edificio dei Lloyd’s nella City di Londra. Progettato e costruito dallo studio di Richard Rogers in collaborazione con Arup, per me è da sempre motivo di grande interesse. Il progetto fa della semplicità e della chiarezza, soprattutto in pianta, il suo carattere principale. Visto il programma funzionale dell’edificio, il progettista ha immaginato un grande atrio centrale, per mantenere visibilità verticale e orizzontale durante le contrattazioni. L’edificio principale, un grande parallelepipedo si sviluppa attorno al vuoto centrale, mentre i servizi ed i collegamenti verticali vengono impilati in torri e trovano posto all’esterno. Tutto l’edificio, soprattutto in sezione e in alzato si gioca nel rapporto tra il corpo centrale e le torri esterne, che al tempo stesso aiutano a proporzionare l’edificio ed a renderlo più dinamico ed aderente al contesto circostante. I caratteri di forte innovatività dell’edificio sono da ricercarsi in particolar modo nella scelta di lasciare a vista gli impianti e porli quindi all’esterno dell’edificio. Se da una parte questa scelta è legata principalmente a ragioni tecniche e conseguenza della flessibilità richiesta dalla committenza, dall’altra continua la sperimentazione sintattica iniziata con il Centre Pompidou. In questo caso anche gli ascensori sono esterni, fatto eccezionalmente raro per l’epoca.

Un altro avanzamento significativo in termini di innovazione è quello legato alle tecnologie costruttive impiegate: tanto nella ricerca dei materiali che nel processo costruttivo. I materiali utilizzati sono vetro, acciaio inox e cemento liscio. Il vetro è lo sparkle glass, dotato di una leggera tramatura che da una parte garantisce la privacy degli occupanti dell’edificio e dall’altra cattura e riflette la luce dando vita ad un effetto movimentato. Anche il calcestruzzo perfettamente liscio è il risultato di numerose iterazioni e di sperimentazioni condotte dal John Young, responsabile dello studio per questo progetto.

Per quanto riguarda il processo costruttivo, l’innovazione maggiore consiste nella prefabbricazione delle torri esterne dei servizi, mentre il corpo centrale è costruito in-situ.

CRISI:

  • Bisogno di flessibilità legato al cambio nel modo di lavorare, nuove necessità legate all’avvento della rivoluzione informatica,
  • Forma irregolare del lotto + necessità di costruire un edificio regolare

 

PRECEDENTI :

Richards Medical Research Laboratories, Louis Kahn

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Larkin Building, F. L. Wright

 

Centre Pompidou, G. Franchini, R. Piano, R. Rogers

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RICERCA:

  1. Morfologico-sintattica
  2. Costruttivalloyds-4

1.  Morfologico-sintattica:

  • Hall centrale
  • Torri servizi esterne
  • Impianti esterni

 

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2. Costruttiva

  • Materiali: sparkle glass, cemento liscio, acciaio inox
  • Processo e organizzazione cantiere: standardizzazione e prefabbricazione

 

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SCHEDA PROGETTO

 

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Crisi, etica ed innovazione — 14 marzo 2019
SCHEDA: Mente, corpo, informazione — 12 febbraio 2019

SCHEDA: Mente, corpo, informazione

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A. Di Raimo, Mente, Corpo, Informazione: Per Un’agenda Dell’embodiment in Architettura, Quodlibet, Macerata, 2016, 139 p.

 

#mente #corpo #informazione #embodiment #modello #cognizione  #fenomenologia #InformationTechnology #interattività #naturale #artificiale #organismo #sistema #computazione

 

“La presenza dell’informatica in architettura ed il corpo possono costituire, a mio avviso, due termini complementari anziché antitetici, per delineare una ricerca unitaria dell’architettura” pag.7

“Questo determinismo, risultante dalla stessa natura delle informazioni e degli strumenti in gioco, diventa cruciale quando il progetto riguarda un nodo ulteriore, ovvero quello relativo ai comportamenti di un artefatto” pag. 8

“Uno degli obiettivi principali dei cibernetici è infatti lo studio della comunicazione fra sistemi, “indipendentemente dal fatto che essi siano viventi o no” pag.15

“Fra i modelli scientifici disponibili, secondo Licata, ci si riferisce quasi sempre a quello fisico considerandolo come un modello perfetto e dimenticando che la che la sua natura predittiva e totalmente formalizzata dal punto di vista matematico corrisponde essenzialmente ad un approccio riduzionistico” pag.21

“Nel caso di Coyne il modello connessionista viene utilizzato per lavorare su un data-basa di informazioni, dove ogni nodo della rete è riferibile a dei costrutti, ad esempio stanze e arredamenti” pag.42

“Il computer, secondo Pallasmaa, crea una distanza fra il creatore ed il suo progetto, laddove quest’ultimo risulta in “immagini piatte” tendenti ad annullare l’esperienza multisensoriale propria dell’architettura” pag. 48

“Ogni scenario può quindi essere modellato da uno script, che non a caso il gruppo Hyperbodies produce per risolvere sia questioni inerenti alla sceneggiatura dei comportamenti degli utenti sia per sciogliere dei nodi del processo legati alla fisicità dell’architettura, alle soluzioni strutturali e alla fabbricazione dei componenti” pag. 64

“Paradigmi di calcolo diversi, dalle reti neurali agli automi cellulari, compaiono comunque in maniera minoritaria e in ricerche che avvengono nella robotica applicata intorno al modello embodied, articolandone le diverse valenze tecniche che solamente più tardi diverranno importanti in architettura” pag 76

 

Il libro si struttura su 4 capitoli, nel primo e nel secondo vengono trattati rispettivamente il tema dei modelli (computazione) e del corpo (fenomenologia) in architettura. Nel terzo si introduce e descrive il paradigma dell’embodiment e nel quarto si tratteggia un approccio che tiene insieme la logica computazionale e quella analogica dei corpi, riportando numerose esperienze di ricerca nell’architettura contemporanea.

Ritengo che il libro sia molto denso, contiene numerosi spunti e riflessioni che ho trovato interessanti e stimolanti. Se da un lato l’ho trovato utile perché offre una panoramica completa sullo stato dell’arte delle ricerche e delle esperienze maturate in questo campo sinora, dall’altro ho apprezzato lo sguardo al futuro e ai nuovi scenari che andranno dischiudendosi.

Nonostante il libro sia ben scritto e la lettura risulti fluida, credo che per la complessità degli argomenti trattati esso possa essere fruibile che per gli addetti ai lavori, in particolare per chi si interessa di Information Technology.

Presentazione “Architettura e Modernità” —
Crisi, Società, Innovazione — 31 gennaio 2019

Crisi, Società, Innovazione

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10 periodi estratti dal volume “Architettura e Modernità. Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica – Prof. Antonino Saggio

 

CRISI

L’emergere della necessità di una “scienza rivoluzionaria” anche in architettura è intimamente legato a una concezione che vede nella modernità lo sforzo verso la trasformazione delle “crisi in valore”, in una tensione che, proprio perché storicamente radicata e motivata, non può che essere verso un’estetica di rottura e di cambiamento. (pag. 17, Introduzione)

In Europa crolla l’impero austriaco e la stessa Germania si trova distrutta, sconfitta, accerchiata, smembrata e vessata. Eppure è proprio in questo paese, in preda a inflazione galoppante, turbinosi sommovimenti sociali, disoccupazione…che si afferma il rinnovamento dell’architettura. Come se lì, in piedi sul baratro, emergessero nuove vitalità, nuove strade. (pagg.30-31, Cap.1)

La crisi che fronteggiano gli architetti più sensibili in questi anni è come coniugare le rivoluzionarie conquiste delle avanguardie (astrazione, dinamicità, efficienza, nuovi valori etici e costruttivi) con un sentire individuale, personalizzato, con un radicamento individuale e quindi per forza di cose “storico”. (pag. 104, Cap. 8)

 

SOCIETA’

Se in un caso si rivendica la forza oggettiva dell’astrazione, e si dichiara “trovata” la soluzione con una buona dose di pragmatismo, nella più tormentata Germania, la volontà di raccordo con la società, il credo vicino al socialismo e al comunismo conduce a ricerche fortemente individualizzate. (pag. 61, Cap. 4)

L’insieme degli obiettivi di miglioramento sociale e l’adozione di queste idee costituiscono il programma comune dei nuovi architetti, il loro obiettivo storico imprescindibile e qualificante. Perché se è vero che da una parte la ricerca architettonica tende a rispondere attraverso una nuova estetica al tema della società industriale, dall’altra sono i lavoratori i referenti, e la nuova casa operaia, il grande tema. (pag. 87, Cap. 7)

Il Narkomfin (pag. 96, Cap. 7)

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Kahn si interroga sulle basi stesse dell’architettura, sui suoi profondi e necessari perché… Kahn cerca le sedimentate ragioni dell’edificare come atto sociale e collettivo, come segno permanente dell’uomo. Nasce attraverso questo ragionare l’idea che l’architettura ha nei confronti del significato una profonda responsabilità. (pag. 173, Cap. 14)

 

INNOVAZIONE

L’inventore d’altronde è figura mitica dell’Ottocento… I grandi committenti trovano sempre più spesso in questi ingegneri-inventori i loro effettivi partner. Con uno spirito per metà pratico e per metà immaginativo, essi riescono a rispondere alle sfide del turbolento e nascente industrialismo… (pag. 26, Cap. 1)

Due sono gli aspetti di novità assoluta. Innanzitutto il programma alla base dell’edificio, e poi le soluzioni distributive e organizzative che vi si applicano… L’invenzione è sociale, è costruttiva, è organizzativa ed è estetica. (pagg. 93 e 96, Cap. 7)

Alla metà degli anni cinquanta le tecniche costruttive e in particolare il cemento armato e gli studi sulla precompressione compiono progressi notevoli sia dal punto di vista tecnico… sia dal punto di vista operativo… sia dal punto di vista architettonico. (pag. 180, Cap. 15)

 

 

 

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